8Aprile
MILANO

 

Lettera pastorale per la Pasqua

 

Lettera pastorale per la Pasqua
Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù; e grande grazia era sopra tutti loro. Atti 4, 33

Care sorelle e cari fratelli,
Vi scriviamo per farvi un augurio caro di buona Pasqua di resurrezione che passeremo quest’anno separati gli uni dalle altre, nell’attesa di poterci incontrare di nuovo e dividere il pane ed il vino della Santa Cena quando vi sarà la possibilità. Conviviamo in questi giorni con un senso di estraneità rispetto al nostro essere comunità. Abituati ad essere la chiesa dell’incontro, dell’abbraccio, del santo bacio, suggerito dall’apostolo Paolo, da un mese a questa parte non ci siamo visti, né abbiamo diviso gli spazi della nostra chiesa tra i tanti gruppi che promuovono le diverse iniziative bibliche, culturali, pastorali, di formazione alla fede, ecc., né abbiamo partecipato alla stessa mensa della Santa Cena.   Un “alt” ci è stato imposto. E’ chiaro che sentiamo una mancanza profonda gli uni delle altre e che auspichiamo presto di poterci almeno rivedere. Sarà verosimilmente un tempo lungo quello che ci riporta alla normalità. Per noi però si tratta anche di un’occasione per ripensare e valutare in modo diverso la nostra società, la nostra città, la nostra chiesa. Questa riflessione ci permetterà di trovarci pronti per questa ripartenza.
Ci preme tuttavia ricordarvi che malattia, miseria e vite spezzate che rappresentano una sfida enorme di questi tempi non hanno a che fare con la volontà di Dio di punire l’umanità. Diverse sono state le occasioni, anche promosse da cristiani, di imputare la colpa di ciò che accade, cioè della presenza del coronavirus, alle azioni umane o ancor più precisamente al peccato. E’ evidente che il peccato è una realtà che convive con e nell’umanità ma vi è una parte di mistero inspiegabile che riguarda la creazione. Da un lato essa attraverso l’uso predatorio e scellerato che ne fa l’umanità subisce dei duri colpi visibili, ad esempio, nel cambiamento climatico; dall’altro vi sono delle mutazioni devastanti della vita dei virus, e ne è un esempio il COVID 19, che procedono anche al di fuori della manipolazione umana. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto ci suggerisce Paolo nella 1° lettera ai Corinzi 13, 22. Non siamo in grado di dire una parola definitiva oggi sul perché della pandemia. Siamo invece sempre nella posizione di annunciare la grazia di Dio attraverso Cristo. Se annunciamo la grazia ci imbattiamo nella resurrezione e quella di Cristo è solo la primizia di tutte le altre. E’questo lo scandalo del nostro annuncio evangelico che ci porta come le donne e gli apostoli a dire che la tomba è vuota! Non perdiamo allora la gioia della fede che sta imparando a convivere con l’addio che daremo a chi ci lascia, con la preghiera per coloro che sono negli ospedali per lavoro o perché malati, con la possibilità di comunicare tra di noi in modi nuovi. Piccoli segni di aiuto fraterno e sororno sono mantenuti per aiutare coloro che sono nelle difficoltà materiali. La nostra rete comunitaria è viva tramite molteplici contatti che giornalmente cerchiamo di portare avanti. Molte sorelle e fratelli della comunità sono in contatto e questo rafforza la comunione. Da parte vostra potete sempre contattarci per un momento di condivisione e di vicinanza. Un pensiero particolare verso coloro che si sentono soli o a chi è provato in modo particolare.
Che il Signore ci benedica, accolga la nostra umanità impaurita tra le sue braccia, ci dia speranza e gioia anche nella contraddizione dei tempi presenti.
Un abbraccio colmo di amore con l’augurio che la resurrezione di Cristo ci faccia intravedere nuovi orizzonti per noi e per la nostra chiesa.
Vi salutiamo in Cristo


Pastora Daniela Di Carlo

Pastore Italo Pons

Studente in teologia Pier Giovanni Vivarelli